L’attivista Narges Mohammadi è premio Nobel per la Pace

Scritto da Clelia Bergonzani

9 Ottobre 2023

Fonte: The Guardian – La nuova vincitrice del premio Nobel per la pace, è l’attivista iraniana per i diritti umani Narges Mohammadi, attualmente in stato di detenzione nel carcere di Evin. E proprio da qui ha fatto sentire la sua voce aderendo all’appello lanciato da attiviste e studiose di diritto alle Nazioni Unite per ampliare la definizione di crimini contro l’umanità e includere l’apartheid di genere – la discriminazione sessuale, economica e sociale (specialmente nei confronti delle donne) a causa del genere o del sesso, termine che oggi descrive la condizione in cui vivono afghane e iraniane.

Nella lettera congiunta alle Nazioni Unite, sostenuta anche da molte attiviste afghane per i diritti umani, viene affermato: “La mancata codificazione dell’apartheid di genere perpetua un vuoto di responsabilità che lascia molte vittime e sopravvissuti senza supporto e aiuto”.

L’appello è specificamente rivolto a casi estremi come l’oppressione delle donne da parte dei talebani, ma potrebbe rivelarsi controverso in alcuni paesi islamici dove il ruolo delle donne è visto in modo diverso dai governanti, non come un ruolo di sottomissione, ma piuttosto di protezione.

Da 12 mesi le Nazioni Unite dibattono per raggiungere un accordo su una convenzione o un trattato sul perseguimento e la prevenzione dei crimini contro l’umanità, un processo che dovrebbe culminare nell’ottobre 2024.

I crimini contro l’umanità sono distinti dai crimini di guerra e possono aver luogo in tempo di pace e possono essere commessi sia da attori statali che non statali. Non esiste un trattato multilaterale universale concordato a livello internazionale sui crimini contro l’umanità, per non parlare della protezione contro i crimini contro l’umanità.

Guarda qui il video (ENG) – https://www.theguardian.com/law/2023/oct/07/nobel-peace-prize-winner-joins-calls-for-un-to-criminalise-gender-apartheid

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