Fonte: IlSole24Ore – In Italia il congedo parentale è un periodo di astensione facoltativa dal lavoro messo a disposizione per un periodo cumulato tra i due genitori di massimo dieci mesi (di cui un solo mese viene retribuito all’80% della retribuzione media giornaliera, mentre i restanti mesi al 30%). A tale facoltà si sovrappone l’obbligo del congedo di maternità, il quale prevede un periodo di astensione dal lavoro di circa 5 mesi, retribuito circa all’80%.
Questo trattamento è dovuto anche in caso di affidamento di minore: si intuisce così che il diritto concesso sia legato, oltre che a motivazioni di natura sanitaria, anche a una necessità di accudimento del figlio. Difatti sembra naturale la previsione anche di un periodo di congedo di paternità obbligatorio, che ha tuttavia una durata pari a 10 giorni (retribuiti al 100%), con la finalità di garantire, si legge dalle indicazioni Inps, “una più equa ripartizione delle responsabilità di assistenza tra uomini e donne”.
L’equità della cornice italiana sembra non particolarmente spiccata, vista l’effettiva disparità del congedo concesso. Tuttavia, la realtà italiana riguardo a questo aspetto della parità di genere sembra essere in linea con gli standard europei: la media arriva ad appena 1,4 settimane di congedo per gli uomini con pochi esempi eccezionalmente virtuosi. Tra questi si distingue la Spagna con 12 settimane, seguita da Portogallo, Austria e Slovenia.
ll ruolo del welfare aziendale
Sulla richiesta dei congedi facoltativi pesa anche la loro limitata retribuzione. Ecco perché è di forte incoraggiamento il ruolo crescente che i privati iniziano a svolgere nelle politiche inerenti la parità di genere. Barilla ha di fatti da poco introdotto il congedo parentale di 12 settimane retribuito al 100% in tutte le filiali del mondo. Così, in Italia, i dipendenti Barilla di genere maschile possono usufruire di 12 settimane anziché di 10 giorni, indicando la possibilità che possano svolgere un ruolo rilevante nell’equilibrio familiare e nella redistribuzione dei compiti di cura.
Sulla relazione tra congedo e occupazione femminile, sono interessanti i risultati mostrati da Johanne Bacheron, giovane dottoranda in economia presso l’Aix-Marseille School of Economic. Bacheron ha studiato l’introduzione del congedo parentale in un campione di 10 paesi europei, mostrando un effetto di lungo periodo positivo: in media la policy aumenta del 17% il tasso di occupazione delle madri. Inoltre, è positivo e significativo in alcuni paesi del campione, tra cui l’Italia, anche l’effetto sul numero di ore lavorate.
Così, proprio da questi studi è utile partire per alimentare il dibattito sulla disparità di genere, costruendo misure capaci di migliorare l’equità della società in cui viviamo, apportando beneficio all’economia nel suo insieme.
Per approfondire -> https://www.econopoly.ilsole24ore.com/2023/11/30/parita-genere-nobel-congedo-paternita/?refresh_ce=1
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