Fonte: Wikipedia, Electomagazine – A chi non è capitato almeno una volta di sentire o usare l’espressione “Casalinga di Voghera”? Si tratta di un modo di dire che è entrato a far parte del linguaggio comune che ha origini incerte ma che evoca un potenziale contenuto discriminatorio.
Le origini di questa espressione fanno riferimento Carolina Invernizio scrittrice di romanzi d’appendice nata a Voghera nel 1851. Già quando era molto giovane si fece notare per la sua passione per la scrittura e proprio a causa della sua passione per la scrittura rischiò l’espulsione da scuola. Più avanti negli anni, sposò un ufficiale bersagliere e insieme si trasferirono prima a Torino e poi a Cuneo dove Carolina continuò a coltivare la sua passione per la scrittura. Nel 1876 uscì la sua prima novella e l’anno dopo il suo primo romanzo: Rina o L’angelo delle Alpi. Da lì in poi, per quarant’anni furono numerose le pubblicazioni che la consacrarono scrittrice professionista.
Tuttavia, in un Paese all’epoca ancora profondamente maschilista molti cercarono di denigrarla e offuscarla. Cercarono di osteggiare il suo successo soprannominandola in modo dispregiativo nelle recensioni “la Carolina di Servizio” e “la Casalinga di Voghera”.
Casalinga di Voghera è un’espressione icon cui s’intende indicare un’immaginaria casalinga della piccola provincia, la cui figura rappresenta uno stereotipo della fascia della popolazione italiana piccolo-borghese del secondo dopoguerra, con un grado di scolarità particolarmente basso e con un’occupazione non presente o di livello umile. Uno stereotipo.
Ma quale significato è attribuito oggi all’espressione “Casalinga di Voghera”?
Negli ultimi decenni questa espressione è stata molto criticata delle femministe. Accusano l’uso comune, di avvalorare un’idea denigratoria della donna. A fronte delle prime critiche verso questa espressione, è stato contrapposto che la Casalinga di Voghera sia un’ode alla figura della massaia, angelo del focolare.
Le affermazioni delle femministe, però, si appoggiano alla definizione che dà il Dizionario della Memoria Collettiva, in cui la Casalinga di Voghera è definita come qualcuno che fruisce passivamente della programmazione televisiva senza apporvi senso critico e giudizio. Per quanto questa espressione sia entrata nel linguaggio comune bisogna fare attenzione in che modo la utilizziamo. Non tutti potrebbero percepirne la leggerezza, al contrario sentirsi discriminati e offesi.
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