Impressioni personali da spettatrice.
La gioia all’improvviso ci trasporta nel prezioso lavoro quotidiano e senza sosta dell’accoglienza, delle sue parole e dei suoi silenzi, dei suoi gesti, compiuti o non compiuti, del dolore nel sentirsi apparentemente inutile e impotente.
In un tempo adeguato, le attrici che interpretano le operatrici del Centro Antiviolenza e le donne sopravvissute, ci catapultano in una realtà attuale e prossima raccontata da luoghi attraversati in auto, a piedi o semplicemente osservati da una finestra di una casa rifugio: siamo a Parma.
Poco più di un’ora per tracciare una giornata in cui tutto accade e si assiste a dramma, timore, paura, dubbio, stanchezza, attesa ma anche vicinanza, calore, condivisione, sollievo, motivazione, cambiamento e rinascita, emozioni corali e comuni a tutti i personaggi espresse nelle relazioni che questi intrecciano tra loro.
La gioia all’improvviso porta con sè la lentezza e l’intesità di un lavoro fatto di osservazione e di resilienza e di piccoli gesti che si ripetono ma che sempre sono diversi perchè ogni donna accolta, ogni persona, porta l’unicità della sua storia e del suo vissuto.
Sono tanti i pensieri che affollano la mente quando mi alzo dalla poltrona del cinema Astra e mi avvio verso l’uscita, ma quello che prevale è che questo film sia anche un omaggio al lavoro di tutte le operatrici e gli operatori del sociale che mettono al centro del proprio lavoro le persone e che, riprendendo le parole di un’attrice durante la presentazione, provano a dare il loro piccolo contributo per una comunità in cui nessuno possa sperimentare la solitudine e tutti possano sentirsi accolti.
Mi resta sulla tastiera solo una parola.
Grazie.
PS: dopo il sold out delle prime tre serata, sono state annunciate nuove date di proiezione. Seguite la programmazione del Cinema Astra per scoprirle oppure tornate qui. Buona visione!
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